È trascorso quasi mezzo millennio dalla sua fondazione, eppure la passione, la vitalità e il senso di rinnovamento pulsano con forza nel cuore della Compagnia di Gesù e si riversano in ogni aspetto della sua vita e missione, mentre nuove energie vengono riversate nella formulazione dei piani apostolici delle Province di tutto il mondo.
Mentre parliamo, oltre 120 delegati e relatori esperti – gesuiti, partner nella missione e altri religiosi – sono riuniti a Roma da quasi tutte le Province gesuite del mondo, per ascoltare, condividere e pregare insieme nella conferenza sulla Pianificazione Apostolica per il Rinnovamento e la Trasformazione.
Oggi, nel secondo giorno dell’incontro, il p. Arturo Sosa SJ, Superiore Generale della Compagnia di Gesù, si è rivolto all’assemblea con parole forti e concrete di incoraggiamento, parlando della Pianificazione Provinciale come di un percorso di speranza e rinnovamento, un’opportunità vibrante ed stimolante, non semplicemente un requisito amministrativo imposto dall’alto, ma una reale opportunità di rinnovamento e cambiamento.
I processi di approfondimento, crescita e rinnovamento sono in corso in molte aree diverse sin dalla Congregazione Generale della Compagnia (CG36) di sette anni fa, e la Pianificazione Apostolica è servita come strumento di vitale importanza, ha sottolineato il padre Sosa. Si tratta infatti di una chiamata alla conversione e al rinnovamento generale della Compagnia ad ogni livello.
Un ingrediente fondamentale per un processo di cambiamento epocale reale e duraturo è il radicamento effettivo in una relazione profonda e viva con lo Spirito Santo attraverso la preghiera e la comunicazione spirituale. “Non siamo un’azienda o una ONG”, ha detto il p. Sosa, “ma un corpo apostolico che pianifica spiritualmente e non solo managerialmente.”
La Curia della Compagnia di Gesù ha lavorato a stretto contatto con la dott.ssa Christina Kheng, docente presso l’East Asian Pastoral Institute e consulente per la pianificazione apostolica della Conferenza dei gesuiti dell’Asia Pacifico e della Curia Generalizia, per contribuire a condividere questo processo di pianificazione apostolica con la Compagnia in tutto il mondo, trasmettendo il suo modo unico di fondere le intuizioni chiave delle forme di pianificazione manageriale con l’ispirazione carismatica ignaziana. La dott.ssa Kheng è intervenuta ieri alla conferenza, e il lancio ufficiale del suo libro “Welcoming the Spirit – A Communal Discernment Approach to Pastoral Planning” avrà luogo oggi.
Il p. Sosa ha poi parlato delle Preferenze Apostoliche Universali della Compagnia, che stanno entrando in una seconda fase. Egli le colloca in una nuova luce, ponendo una nuova enfasi su cinque diversi e radicali appelli alla conversione.
1. Una conversione per smettere di lavorare in modo settoriale
Il p. Sosa ha chiesto di abbandonare la tendenza dei diversi apostolati a lavorare in modo isolato, per passare a un modo diverso di lavorare in sincronia e collaborazione con altre opere, con conseguente integrazione e risultati molto più efficaci. Queste piattaforme, ha detto, richiedono un equilibrio tra impegno appassionato e indifferenza. Ciò richiede la conversione del cuore, della mente e della volontà a tutti i livelli e si tradurrà nella “disponibilità delle persone e delle opere a mettersi liberamente a disposizione per valorizzare la missione comune”.
“I segretari apostolici della Curia Generalizia (istruzione superiore, primaria e secondaria, servizio della fede e giustizia sociale ed ecologia) stanno promuovendo il lavoro in rete come modo per sfruttare le potenziali sinergie tra le nostre opere apostoliche. Ma non è sufficiente, quindi vorrei incoraggiarvi, come pianificatori apostolici, ad avere come obiettivo primario di questi processi la convergenza su punti di interesse comuni che ci permetteranno di stabilire sinergie e di utilizzare meglio le risorse che abbiamo a disposizione.”
2. Una conversione al movimento
I verbi usati nelle PAU implicano e richiedono un’azione continua e ogni Piano Provinciale richiede un movimento e un’agilità lungimiranti e permanenti “che ci permettano di stare al passo con il ritmo dello Spirito Santo”.
3. Una conversione allo Spirito Santo
Per la seconda volta, il p. Sosa ha sottolineato la centralità e la dipendenza della Compagnia dallo Spirito Santo come unica guida che ci porterà avanti, attraverso l’uso della conversazione spirituale e di un reale discernimento. “Questo significa che dobbiamo imparare e praticare forme di discernimento in comune adatte alle condizioni particolari in cui prendiamo le decisioni apostoliche, senza essere tentati di etichettare come discernimento qualsiasi metodo che mettiamo in pratica. Ciò che è fondamentale è l’ascolto dello Spirito. La pianificazione apostolica mette in pratica l’ispirazione dello Spirito”, ha detto il p. Sosa.
4. Una conversione reciproca
In riferimento alla sua espressione “vita-missione”, il p. Sosa ha spiegato: “Sono profondamente convinto che la nostra vita e la missione a cui ci dedichiamo sono totalmente intrecciate tra loro.” La pianificazione apostolica “non può guardare solo a ciò che facciamo, ma deve bere alla fonte di ciò che siamo. Non siamo solo persone che fanno, ma esseri umani.” Senza questo sano equilibrio, la stanchezza diventa una minaccia, rubando vitalità e causando esaurimenti e relazioni frammentate.
“La pianificazione apostolica fatta con discernimento è un aiuto efficace per superare il sovraccarico di lavoro e per trovare un equilibrio tra vita e missione nelle comunità e nei gruppi di lavoro, per trovare gioia, consolazione e felicità anche in mezzo a situazioni complesse, socialmente tese e impegnative. Inoltre, sarà un modo per attirare vocazioni alla Compagnia e autentici compagni nella missione.”
5. Una conversione alla pianificazione stessa
Una buona pianificazione e la scelta di chiare priorità sono essenziali. “Non possiamo nascondere l’enorme difficoltà che abbiamo nel fare scelte, nel prendere decisioni chiare, soprattutto quando si tratta di apostolati con una lunga tradizione nel tempo o nella Provincia”, ha insistito il p. Sosa. “Voi, come responsabili della pianificazione apostolica nelle vostre Conferenze/Province/Regioni, potete contribuire con la vostra leadership a entusiasmare e accompagnare i processi di pianificazione come esperienze spirituali.”
E qui, il p. Sosa ha avuto una parola per coloro che pianificano in contesti di ridimensionamento. “Per favore, non limitate la vostra visione. Abbiamo bisogno di una visione ampia, audace, creativa… Mantenete questo tipo di visione viva e ben alimentata. Non lasciate che il pessimismo derivante da numeri minori porti a ridurre e limitare la vostra visione.”
Il p. Sosa ha sottolineato l’importanza e il valore della collaborazione come elemento cruciale per la Compagnia e la sua missione, e che occorre superare le idee sbagliate. La percezione del collaboratore come ‘misura di emergenza’ o la percezione che gesuiti e collaboratori non siano diversi l’uno dall’altro fa crollare la ricchezza della diversità e del potenziale che i diversi partner portano al tavolo, ognuno con la propria identità e vocazione unica.
“La proposta che vi faccio è di andare verso una collaborazione che parta dal riconoscimento e dal rispetto delle vocazioni particolari all’interno del Popolo di Dio e dell’umanità”, ha detto il p. Sosa. “Formare uno stesso corpo nella missione, composto da persone che rispondono a diverse vocazioni o, meglio, a diversi stati di vita, e allo stesso tempo contribuire alla missione della Chiesa mediante gli apostolati nati dal carisma della Compagnia di Gesù, può aprirci a comprendere la ricchezza e l’enorme potenziale della collaborazione nella missione come caratteristica della Compagnia di Gesù oggi. Può anche aiutare a confermare l’identità di ciascuno dei suoi membri, così come delle opere apostoliche.”
“Abbiamo ancora molta strada da fare per sviluppare una comprensione più ampia e profonda della collaborazione e per realizzarla. Vi chiedo di riflettere su questo e di assicurare che nei processi di pianificazione apostolica in corso ci sia una comprensione di ciò di cui stiamo parlando quando ci riferiamo alla collaborazione.”
Ciò dà priorità all’investimento nell’eccellente formazione dei collaboratori, affinché diventino veri e propri compagni e partner nella missione, e a una formazione dei gesuiti che vada oltre la tradizionale enfasi sulla teologia e sulla filosofia. La formazione dei compagni nella missione dovrebbe essere inclusa nei piani apostolici, ha detto il p. Sosa, così come la promozione delle vocazioni.
Per quanto possa sembrare contraddittorio, una pianificazione rigorosa, un’ampia consultazione e tempi generosi non saranno comunque sufficienti per una pianificazione di successo se non c’è spazio per l’elemento sorpresa e per l’imprevisto. Le voci di minoranza o le idee estreme possono essere proprio quelle che siamo invitati ad accogliere e che ci spingono al cambiamento. “A volte lo Spirito Santo ci sbilancia per spingerci al cambiamento”, ha detto il p. Sosa.
In un’epoca in cui la riconciliazione e la giustizia sono ancora al centro della missione della Compagnia di Gesù, ha concluso il p. Sosa, i gesuiti sono chiamati più che mai a trasformare i cuori e le menti degli uomini e delle donne del nostro tempo e, insieme ai compagni nella missione, a esplorare nuovi ed entusiasmanti orizzonti e “a dare il miglior contributo possibile alla missione evangelizzatrice di una Chiesa che sta diventando sinodale, il Popolo di Dio che cammina insieme, indicando la strada per la riconciliazione di tutte le cose in Cristo.”
JESUITS https://www.jesuits.global/it/2023/12/06/non-limitate-la-vostra-visione-arturo-sosa-sj/