Abbiamo ancora nel cuore l’immagine di piazza San Pietro gremita di fedeli nel giorno del Natale appena celebrato, pronti ad ascoltare il Messaggio natalizio di papa Francesco e la benedizione Urbi et Orbi.
Il grido del Papa è per la pace, ed è rivolto a coloro che soffrono per le molteplici guerre oggi presenti, dalle più vicine alle più remote, da quelle ampiamente conosciute e raccontate a quelle silenziose e nascoste. Questo è un ennesimo appello in cui si torna a invocare la pace, dicendo un secco «no» ai conflitti e alle armi. Il Papa ha ricordato: «Quante stragi di innocenti nel mondo: nel grembo materno, nelle rotte dei disperati in cerca di speranza, nelle vite di tanti bambini la cui infanzia è devastata dalla guerra. Sono i piccoli Gesù di oggi, questi bambini la cui infanzia è devastata dalla guerra, dalle guerre». Ecco perché «dire “sì” al Principe della pace significa dire “no” alla guerra, e questo con coraggio: dire “no” alla guerra, a ogni guerra – ha sottolineato con forza il Vescovo di Roma -, alla logica stessa della guerra, viaggio senza meta, sconfitta senza vincitori, follia senza scuse. Questo è la guerra: viaggio senza meta, sconfitta senza vincitori, follia senza scuse».
Con il 1° gennaio, Giornata mondiale della pace, prende il via un mese in cui il tema della pace vuole essere al centro dei cammini delle nostre comunità, insieme ad altre realtà ecclesiali e ad altre associazioni e movimenti in rappresentanza del mondo laico e di altre comunità religiose e di fede, insieme per costruire sentieri di Pace in questo tempo delicato e complesso.
A guidarci sarà anche quest’anno il messaggio di papa Francesco per la Giornata del 1° gennaio 2024 dal titolo Intelligenza artificiale e pace (il testo integrale https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2023/12/14/0884/01927.html#it). Il Messaggio del Santo Padre è suddiviso in otto capitoli, approfondisce il progresso della scienza e della tecnologia come via per la pace e riflette sul futuro dell’intelligenza artificiale (IA). Il Papa affronta anche la dimensione etica dell’IA, comprese le questioni riguardanti la privacy, il pregiudizio e l’impatto dell’IA sulla dignità umana e incoraggia ad affrontare le sfide dell’educazione e dello sviluppo del diritto internazionale.
I notevoli progressi nel campo delle intelligenze artificiali stanno avendo un impatto sempre più profondo sull’attività umana, sulla vita personale e sociale, sulla politica e sull’economia. In questo contesto, una delle principali preoccupazioni è il rischio di un utilizzo distorto di questa risorsa, che potrebbe accentuare le disuguaglianze e generare conflitti. Papa Francesco, nel Messaggio per la giornata della pace 2024, sottolinea la necessità di avviare un dialogo aperto sul significato di queste nuove tecnologie, caratterizzate da potenzialità dirompenti e effetti ambivalenti. Egli esorta a vigilare attentamente e a operare affinché l’adozione di tali dispositivi non conduca a una logica di violenza e discriminazione, specialmente a spese dei più fragili e degli esclusi.
L’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare un autentico progresso per l’intera umanità, ma solo a condizione che il suo bagaglio tecnico non rimanga confinato come un privilegio riservato a pochi. In questa visione, il Pontefice attira l’attenzione sulla misura della vera umanità che richiede condizioni di accesso e di formazione per tutti, mettendo in evidenza il modo in cui ci relazioniamo ai membri più vulnerabili della società. L’appello fondamentale è quello di trasformare l’IA da una sorta di enclave esclusiva in uno strumento concreto che promuova la pace.
L’invito a rendere l’intelligenza artificiale accessibile e comprensibile a tutti sottolinea la necessità di superare le barriere dell’elite tecnologica. Secondo il Papa, solo attraverso un accesso diffuso e una comprensione condivisa, l’IA può effettivamente evolversi come risultato del lavoro collettivo di tutta l’umanità. In questo modo, il messaggio non si limita a evidenziare la responsabilità condivisa nelle decisioni cruciali, ma sottolinea anche l’importanza di un approccio inclusivo ed etico nello sviluppo della tecnologia, affinché possa contribuire al benessere di tutti senza escludere nessuno.
Emerge con chiarezza l’importanza di porre l’attenzione sulla questione educativa nel contesto dello sviluppo tecnologico. Le tecnologie digitali, che hanno notevolmente ampliato le possibilità di comunicazione, richiedono una riflessione costante sulle nuove modalità di interazione che introducono. In particolare, il crescente coinvolgimento dei giovani in ambienti culturali permeati dalla tecnologia solleva interrogativi fondamentali sui metodi di insegnamento e formazione. Sentiamo l’urgenza come comunità cristiana di sensibilizzare ad una attenzione maggiore sui processi educativi volti a promuovere il pensiero critico nell’uso delle forme di intelligenza artificiale.
Scuole, università e società scientifiche sono chiamate a sostenere studenti e professionisti nell’assimilare gli aspetti sociali ed etici dello sviluppo e dell’uso della tecnologia.
Costruire la pace oggi significa anche combattere quei muri culturali e sociali, promuovendo dialoghi di fraternità in vista del bene comune, per uno sviluppo umano integrale che riguardi tutti gli uomini e tutto l’umano, contribuendo allo sviluppo di una coesistenza pacifica e fraterna.
La Pastorale sociale e del lavoro, in collaborazione con Caritas ambrosiana, Azione cattolica, Associazione Libera, i padri Oblati missionari di Rho e il Decanato di Rho, ha organizzato una serata di preghiera in programma per il 31 gennaio alle ore 21 presso il santuario della Beata Vergine Addolorata di Rho.
Questo evento segna la conclusione del Mese per la pace, coincidendo con la memoria di san Giovanni Bosco, autentico «costruttore di pace» che ha vissuto in un’epoca caratterizzata da notevoli cambiamenti e profonde ferite sociali dovute a molteplici povertà e disagi, ha incarnato i valori fondamentali di carità, pietà e amore. Questi principi, ancora oggi, devono costituire la base della nostra società, fungendo da guida anche per la sfida dell’innovazione tecnologica e i suoi processi educativi.
Ci auguriamo che il messaggio di papa Francesco, qui allegato, possa essere approfondito e condiviso nelle nostre varie realtà. La pace è un cammino continuo ed è sempre una sfida da vivere insieme che parte dai nostri territori e dalle nostre comunità, ogni uomo e ogni popolo hanno fame e sete di pace. È necessario e urgente costruire la pace. Isaia, nella sua profezia (Is 2, 4-5), ci ispira: «Egli giudicherà fra le genti e sarà arbitro di molti popoli. Essi spezzeranno le loro spade per farne vomeri e le loro lance per farne falci. Una nazione non alzerà più la spada contro un’altra, e non si eserciteranno più nell’arte della guerra. Venite, o discendenti di Giacobbe, camminiamo nella luce del Signore».
Questa citazione di Isaia dipinge un quadro di pace e fraternità, in cui ogni elemento, compreso il potere conferito dalle innovazioni tecnologiche, si trasforma in strumenti al servizio del bene dell’umanità. Nella luce di questa profezia, e attendendo l’appuntamento al momento di preghiera del 31 gennaio (locandina allegata), auguriamo che il 2024 sia un anno vissuto nella costruzione di autentici sentieri di pace per tutti gli uomini e per tutte le nazioni della Terra.
Mese per la pace, conclusione sulle orme di san Giovanni Bosco